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- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Le Aizoaceae, i generi
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Coltivare Lithops
Nuovi spunti per chi intraprende questa strada (2023)
Si è parlato e scritto a volontà di lithops e si continua a farlo, dimenticando a volte che nella stessa famiglia esistono generi ancora inesplorati e che meriterebbero di essere presi in considerazione. Quindi perché parlarne ancora? Perché ho una pagina Facebook che tratta l’argomento e mi rendo conto che molti non hanno ancora le idee chiare, anzi, proprio il parlarne troppo ha generato molta confusione. Infatti in internet accade spesso che chi ha coltivato una pianta per appena un anno già si senta in grado di dare giudizi e consigli di ogni tipo, non sapendo ancora che cosa significhi l’esperienza di coltivare una collezione di queste succulente per lungo tempo.
Il ciclo vitale
Prima di dare consigli di coltivazione desidero delineare quello che mediamente è il ciclo di vita delle piante appartenenti a questo genere, evitando intenzionalmente di citare i mesi, mentre menzionerò le stagioni solo in modo indicativo. Partiamo dal momento in cui si sono formate le nuove foglie e la pianta si prepara ad affrontare il ciclo che dopo un anno la porterà a generare nuovamente delle foglie. Siamo in piena primavera e la pianta ha esaurito le riserve nutritive contenute nelle vecchie foglie, che sono ridotte a un sottile strato secco, destinato a polverizzarsi o a rimanere intrappolato in mezzo a un eventuale cespo. In coltivazione questi resti secchi spesso permangono per anni. Le nuove foglie non possono fare affidamento su quelle vecchie per ricevere acqua e nutrimento, pertanto la pianta è costretta a esplorare il terreno con le radici alla ricerca di umidità che le permetta di mantenere turgide le foglie. Col passare dei giorni il calore aumenta e il sole si fa più intenso, mentre la pioggia scarseggia. Così la pianta ritrae le foglie sotto il livello del suolo. Quando le notti si riscaldano e non offrono più alcun refrigerio, i lithops entrano in estivazione, una fase di riposo vegetativo imposta dal calore e dalla mancanza di acqua, che permette loro di sopravvivere a questi mesi difficili. Probabilmente l’umidità notturna gioca un ruolo benefico in questa fase, come pure la sabbia che tende a coprire le piante di lithops, i cespugli che le ombreggiano o le rocce sulle quali crescono, specialmente quelle bianche di quarzo. Questo è il periodo più critico per i lithops, poiché anche in natura si scottano sotto il sole battente, soprattutto se sono deboli e non godono di alcuna forma di protezione. Per fortuna alla fine il tempo cambia e con la fine dell’estate arriva qualche notte più umida e qualche gocia di pioggia, che fa tornare gonfie le foglie. Si tratta del periodo migliore per i lithops, che coincide con la loro fioritura. La comparsa dei fiori è un sicuro segnale della fine del periodo più caldo. Infatti da questo momento non hanno più bisogno di abbondanti piogge e già durante la fioritura iniziano a formarsi le nuove foglie, che crescono lentamente attingendo alle riserve di nutrienti presenti nelle vecchie foglie, che invece cominciano ad appassire, per poi seccare man mano che lasciano spazio alle nuove foglie. Questa è la fine del ciclo di vita dei lithops, che vede ancora una volta le vecchie foglie disseccate e quelle nuove ben formate.
La coltivazione
Per chi è abituato a disporre di indicazioni quali “dare da bere una volta alla settimana” non è agevole entrare in sintonia con le esigenze colturali dei lithops. In realtà non si tratta di un’impresa impossibile, poiché le piante sono sufficientemente robuste per resistere ad alcuni sbagli comuni, ma non tanto da sopravvivere allo zelo eccessivo di chi persevera troppo a lungo nel volerle coltivare secondo il “suo” metodo. Per scoprire il tanto ricercato “segreto del pollice verde” che permetta di far prosperare queste piante occorre scordare regole meccaniche e comprendere le principali differenze tra il loro habitat naturale e il nostro, in modo da regolarsi di conseguenza. Ad esempio, va tenuto conto del fatto che in natura i lithops vivono in piena terra, mentre in coltivazione sono costretti a crescere in un vaso, piccolo o grande che sia; un altro fattore rilevante è il substrato, come pure gli agenti patogeni probabilmente diversi da specie a specie, la temperatura, il grado di umidità, la purezza dell’aria, il tipo di acqua ecc. Non sono pochi elementi e tutti possiedono un’importanza da non sottovalutare nelle decisioni da prendere durante la coltivazione.
Al termine della sostituzione delle foglie, quando quelle vecchie sono del tutto o almeno parzialmente dissecate, si può innaffiare una o due volte a distanza di alcuni giorni “Di quanti giorni?” si chiederà qualcuno, ma non posso dare una risposta precisa, perché tutto dipende dai fattori elencati poc’anzi, che nel seguito dell’articolo raggrupperò sotto alla definizione di “Fattore Naturale”. Vorrei anche aggiungere che in diversi anni ho innaffiato al massimo tre o quattro volte le mie lithops durante tutto il loro ciclo vitale. All’inizio un po’ d’acqua può essere utile perché le piante crescano e si rafforzino in vista del caldo estivo; inoltre le innaffiature controllate stimolano la formazione di nuove radici, ma occorre non esagerare con la frequenza, poiché troppa acqua rende più probabili le scottature, che sono possibili in ogni periodo dell’anno (non solo in estate). Tra le innaffiature (che non vanno date con un cucchiaino o un bicchierino, ma in modo abbondante, come se fosse giunto un forte temporale) occorre lasciare un ampio lasso di tempo, anche nei periodi più secchi. La lunghezza di tale periodo va valutata secondo il vostro Fattore Naturale. I lithops vanno preferibilmente coltivati in vasi abbastanza alti, di almeno 8 cm (10 cm sono la misura più adatta), di colore bianco, poiché limita il surriscaldamento del substrato. Un approccio simile è valido anche per i gruppi di vasi: venti vasetti vicini tra loro si riparano a vicenda lasciando il terreno più fresco, mentre un singolo vasetto collocato sotto il sole in una posizione isolata potrebbe surriscaldarsi eccessivamente, causando un danno alle nuove radici. Il caldo diventa eccessivo quando le temperature notturne superano i diciotto o venti gradi in quasi tutte le notti. Queste alte temperature notturne non consentono di disperdere il calore accumulato durante il giorno e col passare del tempo possono portare le piante a una sorta di “bollitura”. Infatti i lithops si sono evoluti per non disperdere l’acqua, cercando di trattenerla il più possibile; quindi non riescono a raffreddarsi con l’evaporazione, come avviene per le piante non succulente, ma si rinfrescano solo con la normale ventilazione e la diminuzione delle temperature che normalmente avviene di notte. Alcune nebulizzazioni giornaliere e serali nel periodo più caldo di stasi estiva (estivazione) giovano per mantenere le piante più fresche, ma occorre non inumidire eccessivamente il terreno in questo periodo. A volte è meglio smettere del tutto di innaffiare, anche se le piante si raggrinziscono. Può giovare un ventilatore che smuova leggermente l’aria. Oltre a rinfrescare la pianta, questo sistema permette di affrontare meglio i periodi afosi. Infatti l’afa estiva, caratterizata da aria assai umida e statica, è molto pericolosa perché può generare marciumi improvvisi. Per scongiurarli può essere utile dare alle piante del verderame o della poltiglia bordolese. Alla fine del caldo intenso, verso fine estate, quando le temperature notturne iniziano a stabilizzarsi al di sotto dei diciannove gradi, possono riprendere le innaffiature abbondanti. Il periodo che va dalla fine dell’estate all’inizio dell’autunno è caratterizzato dalla maggiore concentrazione di fioriture, anche se ciò non vale per tutte le specie, dal momento che alcune iniziano a fiorire a fine maggio, altre alla fine dell’anno. Solitamente si torna a sospendere le innaffiature a fine settembre, ma il momento esatto varia in base al Fattore Naturale. In ogni caso occorre cessare del tutto le innaffiature entro fine ottobre.
Alcuni consigli pratici
Non vanno usati vasetti piccoli da 5 cm. I lithops amano vasi abbastanza alti e non troppo piccoli, preferibilmente con colori chiari e fatti di materiale isolante. I vasetti non vanno lasciati sotto il sole in una posizione isolata: è bene fare in modo che attorno ci siano sempre o altri vasi o schermature che non facciano surriscaldare il vaso. Bisogna usare materiale drenante non troppo grosso e garantire la presenza di una porzione non trascurabile di materiale molto fine, altrimenti le radici faticano ad assorbire il nutrimento. La superficie del substrato non va lasciata troppo al di sotto dei bordi dei vasi: è bene utilizzare il vaso fino ai bordi, in modo che le piante siano ben esposte all’aria e rischino meno il marciume. Occorre altresì collocare vicino alle foglie, sulla superficie del substrato, dei materiali chiari, che tendono a surriscaldarsi di meno. Le piante non vanno tenute in casa: resistono piuttosto bene a temperature abbastanza fredde se il substrato è perfettamente asciutto. Spesso per ripararle basta una leggera copertura. Tendenzialmente le piante di lithops sono da collocare in una posizione esposta al sole, ma occorre che la luce solare sia intercettata da una leggera velatura durante i mesi più caldi per evitare scottature, da combattere anche per mezzo di regolari nebulizzazioni nei giorni e nelle serate estive.
Conclusione
In questo articolo ho messo molta carne al fuoco e ho offerto tanti spunti; andrebbero trattati in modo più dettagliato uno a uno, ma preferisco lasciare al lettore i necessari approfondimenti, perché studiare è meglio che imparare a memoria. Come ho già accennato all’inizio, per crescere bene queste piante occorre imparare a osservare (non semplicemente a guardare) il loro modo di crescere e il nostro osservare deve essere ragionato. Mentre osserviamo, occorre sempre tener conto delle caratteristiche del loro habitat naturale, anche se non lo si è mai visto. Bisogna studiare il clima, la composizione del terreno, la temperatura media stagionale, i luoghi dove preferiscono crescere (roccia, pianura, sotto ai cespugli) ecc. Solo così si portanno crescere delle piante belle e sane. Un augurio di buona coltivazione a tutti!
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