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- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Le Aizoaceae
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Quanto devo annaffiare? Una volta al mese, mi ha detto così quel tale da cui ho comprato la pianta, è vero? Sa, sono piante grasse bisogna annaffiare poco , io do solo qualche goccia, ahh no, no, io qualche spruzzatina e li sopra il frigo sta benissimo , ma io la tengo sopra il caminetto hanno detto che ha bisogno di luce e lì è più vicina al lampadario…….
Da qualche tempo ho fatto il permesso in comune per partecipare ai mercatini di antiquariato paesani che mensilmente si svolgono in diversi posti della mia zona, e non faccio a meno(anche se non centrano) di portare qualche piantina grassa in esubero, ma anche quando partecipavo alle mostre dell’associazione, si sentivano spesso discorsi del genere di quello qui sopra ed è sempre stato, non con poche difficoltà, mia cura cercare di far capire prima di tutto che una pianta non è un soprammobile che molta luce non vuol dire più lampadine e che non è possibile dare una regola fissa per tutte le succulente di quanto annaffiare e quando.
alcuni pleiospilos di varie specie
Normalmente parto da un punto per me essenziale: l’ambiente, potrebbe sembrare ovvio, ora, ma spesso tendiamo a tralasciarlo o all’opposto a valutarlo troppo. Cominciamo col analizzare cosa intendo per troppa valutazione o forse è più corretto “troppa importanza”, questo termine lo uso quando vedo che molti con accanimento estremo cercano di dare alle piante in vaso le stesse medesime caratteristiche del loro ambiente naturale( come facciano poi a sapere le caratteristiche perfette di ogni tipo di terreno per ogni specie di pianta non lo so), controllano il terreno fino al milligrammo perché le composte siano identiche del terreno naturale, pianta per pianta a seconda della loro origine, diventando degli alchimisti provetti e pesando quasi anche il più piccolo granellino che introducono nel vaso( forse un po’ esagero, ma forse no ) , poi se la pianta vive danno merito a questo, se per disgrazia muore, sicuramente c’è stato qualche errore nella composizione del terreno. Non voglio condannare eccessivamente queste cose se uno ha molto tempo le può fare, forse possono servire, ma dimentichiamoci di riuscire per quanto ci proviamo a dare la stessa identico tipo di terreno, ed anche penso che lo stesso tipo( secondo le mie opinioni ) non andrebbe per niente bene, vi dico il perché: per prima cosa il terreno naturale non è racchiuso in un contenitore, ma è vastissimo, ed è collegato a tratti che cambiano completamente caratteristiche e che influenzano continuamente le zone vicine, il tutto crea un equilibrio di continuo interscambio di Sali e vari nutrienti derivanti anche da foglie e muschi o da animali piccoli o grandi, questo primo punto porta al secondo: un piccolo vaso accumula oppure anche disperde, per esempio, col tempo può accumulare calcio e disperdere nutrienti, dovremmo perciò, se vogliamo mantenere le caratteristiche che abbiamo tanto misurato, cambiare il terriccio almeno una volta l’anno, allora se io ho una pianta posso anche farlo ,ma se ne ho 500 diventa problematico specie se ho sempre pochissimo tempo, senza pensare al fatto che non posso con tutte le piante travasare quando voglio io a volte bisogna rispettare dei tempi di crescita, un terzo motivo è l’evaporazione un vasetto piccolo con lo stesso terreno ideale e lo stesso tipo di piovosità si asciuga prima dando problemi di disidratazione alla pianta, non possiamo nemmeno mettere grosse pietre sopra il vasetto come succede in natura che mantengono spesso umidità e ombreggiano, oppure nemmeno piantare cespugli e ancor più difficile è dare loro la stessa altitudine dei luoghi dove vivono, tutte queste caratteristiche si influenzano a vicenda e non riusciremo mai a dargliele, quindi anche per un fattore estetico cerchiamo pure di dare loro l’apparenza del luogo d’origine, ma solo l’apparenza ( io lo faccio spesso e cosi anche le piante sembrano ancora più belle), magari adornando il vaso con sassi che sembrano del deserto o cose simili, ma scordiamoci di poter copiare esattamente il loro ambiente.
Frithia pulcra ssp. minor, quasi indistinguibile
Bene, adesso siamo giunti al punto a cui volevo arrivare, che è anche quello di come dare una risposta a chi ci chiede quanto dare acqua, come tenerle queste piante? E quindi eccoci sulla parte che riguarda la trascuratezza del fattore ambiente, voglio fare una affermazione, che è questa : non serve assolutamente comprare libri sulle piante grasse per sapere come coltivarle, ho bella… allora, ma tutti i libri che ho comprato, che me ne faccio, li butto? No, non buttarli sono preziosissimi, intendo solo dire che uno può imparare anche in altri modi, uno di questi è ragionare su tutto quel che riguarda l’ambiente che c’è attorno a noi, la tv poi ci da la possibilità tramite i documentari, anche non specifici( es. documentari sugli animali) , di vedere e capire l’ambiente dove vivono le nostre piante, io tante cose le ho imparate proprio leggendo , ascoltando e osservando cose che non centravano in modo specifico con le piante, per esempio ho capito come far germogliare in modo veloce e con alta germinabilità i semi di Adansonia digitata (baobab) guardando un documentario sugli elefanti, anche studiando le cartine geografiche possiamo ricavare delle informazioni, è inutile che io compri una pianta col numero di campo se poi non uso quel numero per sapere da dove arriva la pianta e poi andare a vedere sulla cartina, la quale mi può dire per esempio l’altitudine e dove è situato il luogo, allora posso sapere la temperatura e la piovosità ed il periodo, quanto, poi queste informazioni le posso ragionare e portarle alla pratica nella mia collezione, se ad esempio la pianta vive a 500 mt sul livello del mare, so che è abituata a radiazioni solari più forti che non in pianura,e magari con una ventilazione migliore, allo stesso tempo però cerco di incrociare questa informazione col fatto che da me si trova in un piccolo vaso, con tutti i problemi elencati sopra ed in natura è in piena terra magari protetta da cespugli( qui per sapere questo a volte sono utili i documentari che osservando attorno alle riprese principali possiamo scorgere le nostre piante nascoste tra cespugli o rocce, o comunque vedere delle panoramiche della zona e farci un’idea), quindi , piccolo vaso, al sole scotta prima, ed allora un po’ di ventilazione sicuramente va bene, forse però è meglio anche nei periodi più caldi ombreggiare leggermente. Ecco che così abbiamo raggiunto alcuni suggerimenti che si danno spesso per coltivare bene le piante, altro esempio la piovosità, nelle zone aride è spesso sotto forma di forti temporali, quindi eco un’altra regola che dice quando diamo da bere diamone in abbondanza.
Titanopsis calcarea
A volte un errore che si compie riguardo le Aizoaceae è pensare che a riposo non gli si debba dare assolutamente acqua, questo può essere valido per molte piante coltivate da noi , ma ce ne sono molte altre per cui questa regola non è valida, e spesso hanno bisogno di nebulizzate ad imitare la nebbia o le forti condense o l’umidità che si forma sotto i grandi massi in cui vivono e che non si forma in un piccolo vasetto, vedete che sto sempre cercando di far ragionare su vari fattori ed incrociandoli assieme si possono trovare le soluzioni ideali per la nostra collezione che possono non essere gli stessi di un’altra per varie ragioni che si possono capire, per esempio le regole che uso io non saranno valide per chi abita in alta montagna, un esempio faucaria( pianta che io reputo opportunista) da me va bene che vegeti come brevidiurna( o primavera e autunno) ma essa in alta montagna o nei paesi del nord Europa si adatta bene a vegetare nel periodo estivo con una minima attenzione in più.
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