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- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Le Aizoaceae
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Il terriccio che useremo per la coltivazione delle nostre piante, è l’argomento che affrontiamo in questa seconda parte della nostra storia: esso dovrà essere molto poroso e assorbire l’acqua velocemente ma allo stesso modo dovrà rilasciarla; se premuto tra le mani quando umido, non dovrà impaccarsi ma, appena riaperto il pugno, dovrà diventare friabile quasi come se asciutto.
(Lava, lapillo)
Nelle mie miscele solo raramente c’è della torba, un po’ più spesso c’è della normalissima terra presa dai campi che sono vicini alla mia abitazione, insomma terra comune, e non ha importanza se la mia è più nera o più bruna, basta che sia terra comune di dove abitate, per il resto il contenuto delle mie miscele è costituito per il 90% essenzialmente di sabbie e graniglie, con granulometria compresa fra i 2 ed i 4 mm circa.
( pomice )
L’elemento principale delle mie miscele è la lava o lapillo (lava o lapillo andrà usato in quantità inferiore agli altri elementi) ; esso è reperibile in molti vivai specializzati e sempre più spesso lo vedo usato per molti scopi anche al posto della corteccia di pino contro le erbacce. Poco tempo fa era più difficile procurarselo ma ora mi sembra abbastanza comune, almeno quello di granulometria più grossa; la pomice è da sempre più comune. Tenete bene a mente questi due elementi che ci saranno essenziali quando parleremo delle semine. La lava è ricca di elementi nutritivi, che molti pensano non vengano ceduti; questo non è vero: essa cede molti elementi utili alla crescita delle piante specialmente per quelle succulente, è porosa e permette quindi una certa aereazione delle radici, trattiene momentaneamente l’acqua all’interno dei suoi pori ma non ecessivamente.
( quarzo rosella )
La pomice, anch’essa d’origine vulcanica, non ha le proprietà nutritive della lava; anzi, in realtà, se pura, sembra non ne abbia nessuna. Molto spesso, anzi direi sempre, contiene varie impurità ed è quindi difficile valutare quale proprietà nutrienti possa apportare; in ogni modo, queste sono così esigue da poter essere senz’altro trascurate. La sua proprietà principale è la porosità molto sottile rispetto alla lava, ottima per le radici sottili di molte succulente che si addentrano alla ricerca di umidità che la pomice conserva maggiormente della lava; questo fa’ sì che possa mantenere nei nostri vasi un po’ di umidità per qualche giorno in più, cosa utile per una pianta costretta in vasi a volte piccoli. Infatti, dobbiamo pensare che in natura le piante in piena terra hanno a disposizione molta più umidità dei nostri piccoli vasi. Voi mi direte: allora usiamo più torba! No!! La torba mantiene troppo a lungo l’umidità e in modo eccessivo, per non parlare poi di quando diventa asciutta e non ne vuole più sapere di assorbire acqua, inoltre costituisce un ambiente favorevole per gli sciaridi (piccolissime mosche le cui larve recano notevoli danni alle radici ed alle piante, soprattutto ai semenzali) e per le loro uova, mentre la pomice assorbe subito l’acqua e la rilascia in modo ottimale ed è detestata (assieme alla lava) dagli sciaridi, perché asciugandosi più in fretta della torba non permette alle uova di schiudersi oppure fa’ morire le larve.
( sabbia di granito )
Allora, ricapitolando, uso: lava (lava o lapillo andrà usato in quantità inferiore agli altri elementi), pomice, un po’ di terra comune ed altre substrati granulari che trovo nelle mie escursioni in montagna dato che a volte è possibile incontrare torrenti con sabbie molto buone. Una cosa che reputo buona in una sabbia o graniglia è l’assenza totale o quasi di calcari; penso che la loro presenza anche in vasi con piante abituate a tali terreni sfavorisca la sana crescita della pianta in quanto, nell’ambiente ristretto e confinato di un vaso, i sali di calcio insolubili tendono ad accumularsi se, per annaffiare, facciamo uso dell’acqua del nostro rubinetto (io solitamente uso solo acqua piovana raccolta dal tetto in cisterne). Dai rivenditori di materiali per l’edilizia si può trovare il quarzo e l’agriperlite, entrambi buoni, anche se preferisco il primo dato che l’agriperlite (più della pomice) tende a galleggiare e, quindi, quando si dà acqua, può sradicare le piante, specialmente le più piccole; nessuno dei due fornisce alcun nutrimento per le piante, ma servono per il riempimento del vaso e a volte come decorazione superficiale.
( sabbia quarzifera usata in edilizia )
Il quarzo, messo in superficie, trattiene umidità nel vaso ed a volte può rendere difficile capire se bisogna dare acqua o se il substrato è già bagnato: solo uno sguardo esperto alla pianta in questo caso fa’ capire che cosa bisogna fare. Altro materiale che uso è la sabbia per acquari che, però, è molto costosa; quindi mi sono orientato verso la sabbia di granito che riesco a trovare molto pura in un torrente. Anche la terracotta è buona: se vicino a voi c’è qualche fabbrica di mattoni ne troverete parecchia e va bene mescolata agli altri elementi per le piante che hanno bisogno di più aridità. Questi sono gli elementi principali che uso, ma poi nel mio terriccio ci sono ormai tanti di quelli ingredienti che neanche ricordo più, dato che riutilizzo sempre il vecchio terriccio e aggiungo spesso per prova nuovi elementi.
Nessuno vieta a voi la sperimentazione; il mio consiglio è quello di stare attenti alla porosità del miscuglio, a non aggiungere torba o perlomeno di limitarne l’uso al minimo e, soprattutto, a non usare materiali troppo calcarei.
( ghiaino per acquari )
L’acqua è anch’essa abbastanza importante, per questo parleremo di essa. Io uso quasi esclusivamente acqua piovana e trovo che ciò favorisce una migliore risposta da parte delle piante. Ho cominciato ad usarla soprattutto per necessità con altre piante, le carnivore, così avendone a disposizione tanta la uso anche per le succulente.
Raccolgo l’acqua dal tetto e per mezzo dei tubi delle grondaie la incanalo in un grande recipiente di circa 1000 litri, in più qualche altro recipiente più piccolo nel quale va a finire quel poco d’acqua che non entra nel recipiente grande e che uso per prima.
L’acqua piovana non contiene calcio, può però essere inquinata; tuttavia constato che quella da me raccolta non causa danni alle carnivore (che, in quanto alla qualità dell’acqua, sono molto più esigenti delle succulente) per cui penso che per le succulente non ci siano proprio problemi anzi, come dicevo, le piante sembrano reagire meglio. L’assenza di calcare ed una leggera acidità, infatti, permettono un migliore assorbimento del nutrimento dal terreno, e non c’è niente di meglio che far prendere una bella pioggia di due o tre giorni continui, in autunno, a quelle piante brevidiurne che hanno bisogno di iniziare allora il loro periodo vegetativo, ad es. le Monilaria o i Conòphytum.
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