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- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Le Aizoaceae, i generi
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Il genere Nananthus
Come il mio solito anche questa vuole essere più una conversazione che uno studio scientifico sul genere, sebbene a volte non mancherò anche in cenni più strettamente botanici.
Il genere Nananthus è molto affine al genere Aloinopsis e Rabiea, lo troviamo infatti in vecchi testi con sinonimi legati sia ad Aloinopsis che a Rabiea, con Aloinopsis so di certo che facilmente si possono avere ibridazioni, non so con Rabiea, mentre mi sembra sia possibile con Titanopsis, queste ibridazioni possono a volte portare ad avere piante variegate, il nome significa piccolo fiore, secondo me non degno per questo genere che sebbene non abbia fiori grandissimi non sono nemmeno tra i più piccoli, essi sono molto vistosi e belli solitamente gialli con righe mediane rosse, (in alcuni ibridi con Aloinopsis sono rossi o magenta - vedi foto) essi nascono dalle ascelle laterali delle foglie, inizialmente sembrano spuntare una coppia di foglie più debole delle normali dalla quale poi spunterà il bocciolo del fiore, singolo, ma la pianta spesso produce simultaneamente diversi fiori, il periodo principale della fioritura è tra autunno e inverno. Le foglie sono lanceolate a volte corte a volte più allungate a seconda della specie, su esse si notano bene una rugosità più o meno evidente a seconda del tipo di pianta a volte le piccolissime verruche che provocano questa porosità sono biancastre (Nananthus margaritiferus - vedi foto) avvicinandosi alle “incrostazioni” classiche di Titanopsis. In coltivazione se non abbiamo varie specie di Nananthus, sarà difficile distinguerle tra loro, per il fatto che le caratteristiche maggiori si notano solo sulle piante in habitat, da noi nelle nostre serre difficilmente abbiamo un ambiente simile al loro originale e quindi con molta difficoltà assumono la veste che viene descritta nei testi e alcune specie sembrano essere uguali o notiamo solo differenze minime.
La caratteristica principale, oltre al tipo di fiore, di Nananthus è la radice a carota che col tempo può formare veri e propri caudici relativamente molto grossi e sembra anche commestibili dal sapore di asparago, meglio però non provarci secondo me, questo caudice è comune a tutte le specie, più o meno sviluppato, dato che esso si forma sotto il terreno inizialmente dovremmo fornire alle piante dei vasi alti e sufficientemente larghi (senza esagerare) ma poi dopo pochi anni dal loro sviluppo da seme, possiamo dissotterrarli ed esporli, allora per la pianta saranno sufficienti vasi più bassi e stretti dato che la parte ingrossata sarà al di sopra del terreno.
Il loro areale di distribuzione è esteso maggiormente nel centro della regione Sud Africana, a parte Nananthus margaritiferus che invece si trova in piena Namibia, nella cartina esemplificata potete vedere come sono all’incirca collocate le varie specie e i periodi di piovosità attesi. Sebbene sembri che il periodo sia sopratutto estivo o di inizio autunno, noto dalla mia coltivazione che prediligono o comunque ho una risposta migliore durante tutto l’autunno e anche in inverno e primavera mentre come con molte altri generi possono esserci dei problemi durante il caldo estivo, ho però avuto anche esperienze molto positive con Nananthus broomii lasciato all’esterno tutta l’estate a prendere anche la pioggia, esso già con le piogge di primavera aveva gonfiato e fessurato il caudice per poi crescere ulteriormente fino a ricoprire la fessura ed apparire in autunno veramente maestoso, ripetuto l’esperimento l’anno successivo ho perso la pianta, l’ho recuperata taleando alcuni rametti che sono riuscito a recuperare ancora sani.
La sua propagazione oltre che da seme può avvenire senza difficoltà anche da talea. Solitamente tendo dare loro dei periodi di riposo in estate ma anche durante questi periodi a volta se li vedo troppo sofferenti intervengo con un goccio di acqua, a volte con l’acqua metto del fungicida per sicurezza, al momento ho però ancora molta confusione su quale sia il periodo più indicato per farli vegetare li classifico tra le piante opportuniste e quindi do loro acqua più secondo un istinto personale che con regole precise. Il terreno di coltivazione a seconda di alcuni testi sembra voglia essere ben drenato non argilloso e all’incirca con ph neutro o lievemente acido, io ho mantenuto piante anche in terreno molto argilloso ottenendo una pianta dall’aspetto quasi come in natura, ma ho notato che la pianta col tempo soffre ed ora ho optato per un terreno standard meno compatto e molto drenato, per la maggior parte minerale e solitamente evito materiali che siano troppo calcari.
Le specie riconosciute al momento:
N. aloides
N. broomii
N. gerstneri
N. margaritiferum
N. pallens
N. pole-evansii
N. vittatus
Per quanto riguarda Nananthus trasvaalensis questo è ritenuto da alcuni autori sinonimo di N. vittatus.
Esistono poi diverse specie ancora senza nome con solo dati di località che a volte sono gli stessi di specie già conosciute ma la pianta si nota bene che è diversa, per questo nel genere c’è bisogno sicuramente di ulteriori studi e approfondimenti, purtroppo come accade per molte aizoaceae non essendo esse cosi famose come le cactaceae pochi sono gli studiosi che dedicano loro del tempo.
Per chi interessa questo genere risulta molto utile è l’ultimo libro di Steven A Hammer , primo di una collana dedicata a questa famiglia:
Mesemb, the Titanopsis group, di Steven Hammer, edito da : Little Sphaeroid Press, Oakland, California , anno 2013, ISBN 978-1-939134-00-4
Sinonimi:
N. trasvalensis = N. vittatus
N. wilmanniae = N. aloides
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